Verso la revisione delle Direttive Europee sugli Appalti Pubblici

Verso la revisione delle Direttive Europee sugli Appalti Pubblici

Note di merito e di metodo su integrazioni fondamentali per la qualità architettonica delle costruzioni

 

Published 26 marzo 2025 – © riproduzione riservata

 

L’Unione Europea ha avviato a fine 2024 il processo di revisione delle direttive comunitarie su concessioni (2014/23), appalti pubblici (2014/24) e servizi di pubblica utilità – acqua, energia, trasporti – (2014/25).

La prima fase del processo, conclusasi a marzo 2025, è stata una consultazione online, su efficacia, efficienza, coerenza e valore aggiunto delle norme attuali, aperta a enti e organizzazioni pubbliche e private con esperienza nell’ambito dei contratti pubblici. 

La partecipazione alla consultazione è stata ampia, quasi 1000 contributi. Tra questi, un numero consistente è riferito al settore delle costruzioni pubbliche, caratterizzato da interazioni molto strette, complesse e dinamiche con le azioni delle comunità sociali negli ambienti di vita (città, ambiti rurali, paesaggi, infrastrutture per la mobilità). 

 

Il settore richiede un approccio più complesso

I progetti di trasformazione del territorio sono ormai riconosciuti come processi tecnico-culturali multidisciplinari, condivisi, con ricadute ambientali, territoriali e finanziarie di grande impatto spaziale e temporale. Di conseguenza la qualità nei contratti di opere pubbliche non può essere ricondotta soltanto a procedure “chiuse” – protocolli, certificazioni, etichettature – come altri settori più “industriali” o a “servizi”, nei quali il tema delle prestazioni intellettuali, della sperimentazione, del consenso sociale non assumono carattere fondamentale. 

Per questo motivo i parametri di programmazione e valutazione della qualità degli appalti delle costruzioni devono riguardare sia aspetti tecnico/funzionali, sia aspetti collegati ai contesti fisici e sociali, alle politiche pubbliche, alla governance.

L’analisi delle valutazioni delle direttive attuali, consegnate alla UE da associazioni europee di progettisti, a partire dal CAE (Consiglio Europeo degli Architetti), e di committenti pubblici, come Eurocities, evidenzia particolare attenzione ai parametri della qualità sociale e ambientale, ai sistemi di selezione, all’accesso delle realtà medio-piccole di imprenditori e professionisti.

Di grande interesse le riflessioni sui bilanci tra semplificazione, qualità, trasparenza e quelle sull’Intelligenza Artificiale, intesa come grande opportunità di accesso per le MPMI – micro/piccole/medie/imprese, ma anche come possibile incertezza nell’effettiva capacità delle stesse MPMI di realizzare le proposte (Eurocities). 

 

Criteri di aggiudicazione e concorsi

Tra le organizzazioni italiane, ANCE, CNAPPC, Confcooperative e IN/Arch hanno inviato riscontri che collegano il contesto europeo alla situazione nazionale. In particolare, l’IN/Arch ha analizzato alcuni punti sulla qualità, sui criteri di aggiudicazione, sui concorsi di progettazione, con una serie di indicazioni:

  • rispetto alla garanzia della qualità, la valutazione delle opere pubbliche non può essere limitata a procedure standard; bisognerebbe introdurre sistemi di confronto multicriteriali, stabilendo una metodologia comune, con parametri generali e locali. Riferimenti utili sono il DBQS (Sistema Qualità Baukultur di Davos) e il report Verso una cultura condivisa dell’architettura – OMC (metodo aperto di coordinamento) degli esperti degli Stati membri UE, 2021;
  • rispetto ai criteri di aggiudicazione, sarebbe utile ridefinire il “rapporto qualità/prezzo”, con l’introduzione del criterio dell’offerta più vantaggiosa, anziché dell’offerta economicamente più vantaggiosi, come ad esempio nella legge svizzera sugli appalti pubblici. Tra gli aspetti da prendere in considerazione, la rispondenza alle politiche pubbliche, l’attivazione di processi progettuali co-creativi, la formazione di esternalità sociali e ambientali, l’innovazione e sperimentazione, la sostenibilità in tutte le fasi (produzione/cantiere/utilizzo/dismissione), la resilienza alle dinamiche sociali-climatiche e le capacità rigenerative;
  • rispetto ai concorsi di progettazione, che costituiscono un elemento centrale per la realizzazione di interventi di elevata qualità, sarebbe fondamentale definire regole precise, che riguardino il programma di progetto: il dibattito pubblico con tutti i portatori d’interesse pubblici e privati, la qualificazione dei membri delle giurie, le modalità di partecipazione, aperte e accessibili a tutti, i limiti precisi all’appalto integrato e gli eventuali ribassi economici.

Il processo di revisione delle direttive continuerà con consultazioni mirate e provenienti da esperti nominati dalla UE, per definire il testo finale, possibilmente entro il 2026. 

IN/Arch andrà avanti nei lavori di approfondimento, in continuità con la proposta di Codice Europeo per la qualità degli Ambienti di Vita, già avviata dall’Istituto nel 2023 con il Festival dell’Architettura “Seed – design actions for the future”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea – Ministero della Cultura. 

Immagine di copertina: Stazione dell’Alta Velocità Napoli Afragola (@ Mario Ferrara)

Autore

  • Giovanni Di Leo

    Dopo la laurea in Architettura a Napoli ha approfondito gli studi con i master in Urban Management (Domus Academy) e in Responsabili Tecnici di Opere Pubbliche (Oikos). Ha svolto attività di ricerca in Progetto Urbano Sostenibile (Università Roma 3) e Tecniche di Riconversione Ambientale (Università della Campania). È stato responsabile scientifico IN/Arch per la rete Windat, Commissione Europea – DG Energia e Trasporti. Ha coordinato gruppi di lavoro del Centro Nazionale Architettura Bioclimatica ENEA. Ha contribuito al “codice concordato per la qualità ambientale di edifici e spazi aperti”, presentato durante la Seconda Conferenza Nazionale Energia-Ambiente e al “codice europeo di progettazione per la qualità degli ambienti di vita” elaborato nell’ambito del Festival Architettura Seed. È stato consulente Federcasa per l’obiettivo Qualità Ecosistemica dei Contratti di Quartiere, programmi sperimentali di recupero urbano. È stato partner dello studio Pica Ciamarra Associati, responsabile della qualità ambientale. Le attività di programma e di progetto sono orientate alla riqualificazione edilizia e alla rigenerazione urbana. Attualmente è membro del Comitato Scientifico IN/Arch, de “Les Amis du Carré Bleu”, presidente del comitato scientifico di “Arts Interaction Alliance” e di “Associazione Formidabile”. Coordinatore del programma “Architettura, Europa, Ambienti di Vita”.

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