I maestri del paesaggio “Facing the crisis”
Report dalla XIV edizione del festival del paesaggio a Bergamo, con la tavola rotonda AIAPP sul paesaggio botanico
Published 25 settembre 2024 – © riproduzione riservata
BERGAMO. Eventi atmosferici estremi, conflitti, pandemie ed epidemie vegetali colpiscono il pianeta. Siccità ed alluvioni sono solo gli effetti visibili degli stravolgimenti climatici globali, che con urgenza richiedono interventi di messa in sicurezza di persone e territori. Si tratta di crisi climatica, più che cambiamenti climatici, perché il clima è sempre cambiato, ma non così velocemente.
Forse non potremo completamente controllare o evitare quanto sta accadendo, ma possiamo far fronte ai cambiamenti in corso, ed a quelli futuri, attraverso una progettazione del paesaggio più consapevole e sostenibile e con uno sguardo rivolto alle generazioni future. Oggi più che mai, tutti, nessuno escluso, possiamo e dobbiamo fare la nostra parte, anche a partire dagli interventi minimi.
“Facing the crisis” è il tema individuato dalla commissione scientifica internazionale per la XIV edizione del festival “I Maestri del Paesaggio”, promosso da Arketipos con il sostegno di Regione Lombardia, Comune e Camera di Commercio di Bergamo, UniAcque e Fondazione Cariplo, insieme alla partecipazione di aziende partner che trovano qui spazio per raccontare progetti legati al tema della sostenibilità attraverso installazioni dedicate.
La green square di Catherine Mosbach
Dal 6 al 22 settembre la manifestazione si è svolta, come di consueto, nella suggestiva cornice di Piazza vecchia, in Città alta, in cui l’architetta paesaggista Catherine Mosbach ha concettualizzato il tema attraverso la metafora di un terreno arso dalla siccità, apparentemente sterile e desertificato, da cui può emergere nuova vita. Un giardino ideale con 52 alberi e oltre 3.000 piante erbacee e perenni si sforzano di crescere attraverso le fratture. Un allestimento che trasmette un messaggio di speranza per superare la crisi globale, non soltanto climatica ma anche sociale.
L’allestimento presso l’Antico lavatoio, curato da Michele Pezzoni, Greta Bianchi e Marco Togni, ha riprodotto una linea temporale, simboleggiata da un fiume che ripercorre il corso della vita umana e scopre come questo sia influenzato da ogni decisione, passata, presente e futura. Il progetto esplora due scenari: uno negativo, con la natura sopraffatta dall’agire umano, ed uno positivo, con un equilibrio tra uomo e natura. La scelta di quale futuro realizzare dipende da noi.
Il Festival ha presentato diversi eventi, molti aperti al pubblico: talk, seminari tecnici, laboratori, atelier, aree didattiche, mostre e visite guidate pensate per bambini e famiglie. La Garden Masterclass, workshop pratico, è stato guidato da Nigel Dunnet, professore di Planting Design & Urban Horticulture presso l’Università di Sheffield. L’International Seminar, con Cristobal Elgueta, Ton Muller, Jason Siebenmorgen, è stato moderato da Giacomo Guzzon e Mauro Crescini.
Il convegno AIAPP
Venerdì 13 settembre, nella prestigiosa Sala dei giuristi, la Sezione Lombardia di AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) ha dedicato un incontro agli orti botanici. Non solo paesaggi di conoscenza, ricerca e conservazione botanica ma, anche, paesaggi di scambio, bellezza e recupero del rapporto tra uomo e mondo vegetale nell’era dei cambiamenti climatici: luoghi ideali per ridefinire nuovi paradigmi e nuove soglie d’intervento per il progetto di paesaggio.
Simone Zenoni (presidente AIAPP Lombardia) ha introdotto Sergio Gandi (vicesindaco e assessore alla Cultura) e Oriana Ruzzini (assessora alla Transizione ecologica, ambiente e verde). Bergamo è tra le 9 città italiane e le 112 europee firmatarie del “Climate city contract”. Gabriele Rinaldi, Mara Sugni e Francesco Zonca (rispettivamente direttore, responsabile dei servizi educativi e curatore dell’Orto botanico di Bergamo) hanno illustrato il loro lavoro di ricerca, nonché quello della Rete degli orti botanici della Lombardia. Maurizio Ori (socio AIAPP) ha presentato le linee guida e il progetto “La finestra sul paesaggio” per l’Orto bergamasco. Infine, Lanfranco Secco Suardo, presidente dell’Associazione Giovanni Secco Suardo – intitolata ad una figura altamente significativa nella storia del restauro italiano e internazionale – ha illustrato la storia dell’antica famiglia di Lurano, mentre Giuliana Gatti (vicepresidente AIAPP Lombardia) e Simone Zenoni hanno raccontato il progetto in corso per l’Hortus Luranensis.
Il meeting internazionale
Presso il Teatro sociale, le due giornate dell’International Meeting of Landscape and Garden hanno concluso il festival mettendo in scena una coinvolgente narrazione, attraverso luoghi e contenuti, di esperti e progettisti del paesaggio provenienti da tutto il mondo, presentati da professionisti e giornalisti di settore.
Si sente il bisogno di nuovi paesaggi dove la natura possa mostrarsi e Margherita Brianza, di Parc Nouveau (Italia), ha legato all’architettura paesaggi portatori di temi più trasversali, per mettere in relazione l’uomo con la natura; perché la qualità della vita passa attraverso il contatto con l’ambiente. Per Amalia Robredo (Uruguay) non solo il paesaggio è luogo di esperienze, ma può essere fonte di guarigione. Si pensi ai giardini promossi dal Global Gardens of Peace, per comunità vulnerabili: ad esempio, il “Giardino dei bambini” per la Striscia di Gaza curato da Andrew Laidlaw (Australia). Arthur Adeya di KDI Studio (Kenya) ha mostrato la trasformazione di ambiti sottoutilizzati in vivaci spazi pubblici produttivi insieme alle comunità locali, per riequilibrarne ingiustizie e ineguaglianze. E Arit Anderson (Regno Unito) ha illustrato soluzioni sostenibili, costruendo consenso a partire dalle giovani generazioni, dalla cultura e formazione nelle scuole. Con le Blue and Green Infrastructures di Herbert Dreiseitl (Germania) si è celebrata la bellezza dell’acqua piovana: l’ABC Waters Programme di Singapore (“Active, Beautiful, Clean Waters”) educa la gente al rischio dell’acqua, mentre i progetti di Yoonjin Park di PARKKIM Studio (Corea del Sud) arginano e accolgono l’acqua in nuovi paesaggi urbani dinamici, flessibili, capaci di trasformazioni e di “una nuova intesa”. I progetti urbani illustrati da Andrew Grant di Grant Associates (Regno Unito) promuovono la reintegrazione delle aree verdi nei grandi interventi di sviluppo urbano, possibile anche in contesti urbani ad alta densità, con la stessa capacità dell’orchidea che si adatta anche ad un ambiente denso. E ancora, i paesaggi dinamici di Damian Holmes (Australia) grazie a studi di parametric planting, che favoriscono la biodiveristà; o il wildscaping di Tony Spencer (Canada), che ha raccontato come aprirsi alla meraviglia delle piante estendendo il concetto “Right plant in right place” alle comunità vegetali, non dimenticando l’importanza della quarta dimensione, del tempo e della giusta luce che avvicina il giardino al sublime, per “aprire i fiori della nostra mente“.
Immagine copertina: Green Square 2024, l’installazione di Catherine Mosbach in Piazza vecchia a Bergamo (© TMedia Digital)
Architetto, specializzata in Architettura del Paesaggio e PhD in Progetto e Recupero Architettonico Urbano ed Ambientale. Dal 2008 al 2020 docente a contratto di Architettura del Paesaggio e Progettazione architettonica presso il Politecnico di Milano. Impegnata in attività editoriali e culturali. Dal 2014 Socia AIAPP Associazione Italiana Architettura del Paesaggio e redattore della rivista Architettura del Paesaggio per la Sezione Lombardia. Svolge attività professionale in Italia ed all’estero.