“Paesaggi aperti”, per dare valore ai territori
Concluso in Sicilia il progetto di ricerca nazionale per valorizzare le culture e le competenze locali promosso da IN/Arch
Published 16 dicembre 2024 – © riproduzione riservata
GIARRE (CATANIA). Un progetto di ricerca nazionale per valorizzare le culture e le competenze locali, rafforzando la rete delle relazioni fisiche, economiche e sociali, attraverso un modello multidisciplinare di formazione e comunicazione, che trae spunto dall’approccio partecipativo promosso in Sicilia da Danilo Dolci. Si tratta di “Paesaggi aperti”, promosso da IN/Arch e IN/Arch Sicilia, finanziato dal MIUR (Ministero Università e Ricerca) su fondi FRES, e giunto – dopo un anno – al suo atto conclusivo. Nella cornice di Radicepura è emerso l’ampio respiro del progetto, che «ha toccato in maniera larga e profonda il territorio siciliano – ha dichiarato il presidente nazionale di IN/Arch Andrea Margaritelli – per l’ampiezza della copertura geografica e per l’intensità del coinvolgimento emotivo e la partecipazione dei tanti e diversi strati della popolazione». A essere coinvolti, infatti, architetti, urbanisti, sociologi, amministratori pubblici e, specialmente, cittadini e ragazzi delle scuole, «coinvolti dall’idea democratica della cultura del progetto, attenta alle ricadute sociali e capace di migliorare la qualità della vita delle persone», ha aggiunto Margaritelli.
Nell’anno del centenario della nascita di Dolci e perseguendo la visione sposata anche da Bruno Zevi, IN/Arch ha dato vita a un progetto partecipativo e di empowerment che, in un anno, ha prodotto 17 seminari, 3 mostre e 2 workshop di progettazione, contornati da laboratori sociali, fotografici e artistici, alcuni destinati interamente ai bambini. «La forza del progetto è stata quella di mettere a sistema, nel corso dell’anno, 21 partner, tra Istituzioni pubbliche e private, Accademie, Università, Associazioni, Fondazioni, Ordini e di collaborare con altre 27 realtà che, in modo trasversale e multidisciplinare, si occupano di tutela, governo del territorio, di empowerment sociale e culturale», ha spiegato la presidente di IN/Arch Sicilia Mariagrazia Leonardi. «Un lavoro di squadra, messo a sistema da IN/Arch, che ha permesso d’individuare, pur nelle evidenti peculiarità dei differenti ambiti d’intervento, le strategie di ricerca e azione capaci di stimolare processi di rigenerazione culturale e sociale dei contesti indagati, settando una metodologia operativa inclusiva fondata sul dialogo variamente adattabile a ciascun contesto. Una semina che, se alimentata, può fare germogliare opportunità di crescita delle comunità e dei territori di riferimento».
I seminari di progettazione
Attraverso un percorso di condivisione delle conoscenze, il primo dei workshop ha puntato i riflettori su via Reale di Favara (Agrigento) e sulla necessità di rigenerazione del sistema urbano che si snoda lungo l’arteria la quale, pur essendo uno dei punti cardine del centro storico, si presenta in uno stato di degrado e abbandono, mettendo in ombra il ricco patrimonio storico e il disegno urbano, caratterizzato dalla continuità tra spazi esterno e interni, tra strada, corti e manufatti. Una sfida legata ai temi del green, dell’integrazione, del cambiamento climatico e dell’accessibilità a cui ha preso parte anche Farm Cultural Park, partner di “Paesaggi aperti” e capofila del progetto “RUF – Regenerative Urban Farming”, finanziato con il PNRR.
La seconda progettazione ha interessato il quartiere Antico Corso di Catania, oggetto di numerosi interventi di rigenerazione, previsti dalla Legge Regionale 13/2015. L’attenzione per questa specifica area della città ricade nella memoria storica che rappresenta, ma anche per il ruolo strategico che può rivestire nel prossimo futuro per la socializzazione, il rinverdimento e la mobilità, mettendo a sistema alcuni punti nevralgici. Si tratta del Bastione degli Infetti (luogo in cui è stata presentata anche una mostra per raccontare la storia dei luoghi e presentare alcune idee di rigenerazione), l’area AMTS, il Giardino dell’ex Ospedale Vittorio Emanuele, Piazza Vaccarini, Largo dell’Odeon e le Terme della Rotonda, Piazza Idria, Piazza Annibale Riccò, via Antico Corso, la Torre del Vescovo e parte di via Plebiscito. Il capoluogo etneo è stato anche teatro di alcuni dei laboratori sociali. Quello sul quartiere San Berillo ha messo in luce la necessità di un luogo di confronto e di conoscenza della città come l’Urban Center, ma anche un intervento che faciliti l’accesso alla città. Altra attività è stata svolta a Librino, dove la collaborazione con il mecenate Antonio Presti, partner del progetto con l’omonima Fondazione, è stata significativa, per la sua conoscenza del luogo e degli stakeholders, già oggetto d’installazioni come “La porta della bellezza” e “La porta delle farfalle”. Opere realizzate attraverso la partecipazione di chi vive i luoghi e che rappresenta opportunità di crescita sociale e culturale. Un’arte non fine a se stessa dunque, come la realizzazione partecipativa di opere in argilla e di scatti fotografici da apporre sul viadotto della tangenziale di Catania, tra viale Moncada e viale San Teodoro.
Nelle province di Palermo, Ragusa, Enna e Siracusa, i seminari hanno rappresentato importanti momenti di confronto, sfociati in nuove collaborazioni e progetti di rigenerazione urbana. Tutte le attività – oltre a rappresentare un importante spunto di riflessione e di partenza per individuare le modalità di intervento adeguate ed efficaci, non solo a livello urbanistico, ma anche culturale e sociale – sono servite a tracciare la rotta per l’attivazione di un Osservatorio partecipato di ausilio, confronto e monitoraggio per la redazione dei nuovi strumenti pianificatori, così come previsto dalla riforma urbanistica regionale del 2020. I risultati di “Paesaggi aperti” sono stati inseriti all’interno di un portale web dedicato, che verrà costantemente aggiornato e si presenta come una piazza virtuale dove condividere documenti, idee e progetti.
La mostra sarà visitabile su prenotazione fino al prossimo 28 dicembre, nella hall di Radicepura.
Immagine copertina: atto finale “Paesaggi Aperti”
“Paesaggi aperti per Abitare Favara” (tappa di attivazione: Favara 11-13 aprile 2024)
Ideazione: Mariagrazia Leonardi e Lucia Pierro | Coordinamento: Mariagrazia Leonardi | Progettisti invitati: Lillo Giglia; Giovanni Fiamingo, Giovanna Russo, Domenica Benvenga (Nextbuild); Salvo Terranova, Giorgia Testa, Arianna Lo Re (Lineat Studio); Francesco Moncada e Mafalda Rangel (Moncada Rangel); Lucia Pierro (Autonomeforme.Architettura)
Paesaggi aperti per Antico Corso (Catania 15-19 luglio 2024)
Ideazione e coordinamento: Mariagrazia Leonardi | Collaborazione organizzativa: Salvo Castro, Maurizio Caudullo, Giulia Falco, Giuseppe Lanza, Ignazio Lutri, Giuseppe Messina, Mariagrazia Leonardi, Lucia Pierro, Silvia Porcaro, Alessandro Tabuso, Alessia Zimbili | Progettisti invitati: Sebastiano Amore, Giulia Labruna, Rossella Zappalà (ACA Amore Campione architettura), Giovanni Calabrese, Antonio Carcione, Eleonora Strazzeri (Ellenia+Tre Architettura); Luca Bullaro Architettura