I luoghi per lo sport, inclusivi e polifunzionali
Gli esiti della terza edizione del premio nazionale promosso da IN/Arch Piemonte
Published 18 novembre 2024 – © riproduzione riservata
TORINO. Si è recentemente conclusa la terza edizione del premio “I luoghi per lo sport”, promosso da In/Arch Piemonte con l’associazione Etica e Sport e il Politecnico di Torino. Il riconoscimento celebra le migliori pratiche dell’architettura delle infrastrutture sportive sul territorio nazionale, sia quelle derivanti dall’evoluzione realizzativa del progetto che quelle “immaginate” ossia frutto di tesi di ricerca quale tappa finale del percorso accademico di laurea. I progetti analizzati vengono valutati secondo la rispondenza a criteri di responsabilità sociale e tutela del territorio, sostenibilità economica e ambientale, oltre che in funzione della presenza di misure e correttivi adottati per piena accessibilità e inclusione.
L’accento è posto sulle buone pratiche perché, anche in questa edizione del premio, In/Arch Piemonte ha voluto innanzitutto ricomprendere tutti gli altri attori del processo architettonico, ossia anche i costruttori e i committenti, in qualità di traduttori del pensiero del progettista, sottolineando ancora una volta quanto la qualità del rapporto tra architetto e le altre figure sia determinante nella realizzazione di un progetto.
L’occasione di questa terza edizione del premio è stata anche quella di verificare quanto le premesse che avevano informato le precedenti edizioni, riassumibili nella trasformazione profonda imposta dalla pandemia, abbiano trovato effettiva risposta e applicazione: l’emergenza Covid 19 aveva infatti imposto un diverso modo di pensare e vivere gli spazi sportivi, ponendo l’accento sulla necessità di riconsiderare la gestione, non solo dal punto di vista della sostenibilità economica ma anche in termini di attuazione di politiche più rispondenti a nuove esigenze di socialità e benessere. Non più solo luoghi dedicati alla competizione e all’allenamento, le strutture sportive sono diventate veri e propri punti di riferimento per le comunità, dove gli architetti per primi hanno dovuto mettere al centro del progetto il benessere e la sicurezza dei frequentatori per far fronte a nuove abitudini e standard igienico-sanitari. Impianti sportivi quindi come spazi fondamentali per il benessere sia individuale che collettivo, luoghi dove la comunità possa trovare un punto di riferimento, sentirsi al sicuro e riscoprire l’importanza dello sport.
La necessità di evitare assembramenti ha portato alla maggiore presenza di aree aperte e polifunzionali, inserendo campi da gioco, piste e spazi multifunzionali all’aperto. Inoltre, la crescita dell’interesse verso discipline individuali o praticabili all’aperto ha portato alla nascita di nuove strutture ibride, che uniscono spazi per sport tradizionali e aree dedicate ad attività meno convenzionali, come lo yoga, il pilates, il padel o il più recente pickleball. Rispondere a una domanda sempre più varia e inclusiva, orientando le scelte di destinazione in una direzione di polifunzionalità, è l’approccio più rispondente allo scenario attuale.
I riconoscimenti sono stati assegnati da una giuria coordinata da Emilio Melgara (IN/Arch Piemonte) e composta da Marco Barla (Politecnico di Torino), Mauro Crosio (Etica e Sport), Monica Magistrelli (IN/Arch Piemonte), Pierpaolo Maza (Etica e Sport) e Riccardo Palma (Politecnico di Torino).
Categoria “Impianti sportivi”
Palestra di roccia: una struttura per l’arrampicata sportiva a Campodolcino (Sondrio)
Progettista: ES-arch (Enrico Scaramellini)
Impresa esecutrice: Cantieri Triaca srl
Il progetto consiste nell’addizione di una palestra di roccia a un impianto esistente, attuata mediante l’innesto di un nuovo volume d’angolo che si protende verso l’esterno dell’edificio. Il nuovo volume produce una poliedrica varietà di visuali verso il complesso, che di volta in volta restituisce le immagini della torre, della parete rocciosa, del masso isolato. L’organizzazione degli aspetti distributivi e le relazioni di compatibilità funzionale con gli altri spazi contenuti nell’edificio principale, l’impiego di calcestruzzo pigmentato gettato in opera, le opere di finitura quasi inesistenti, unitamente alla capacità del nuovo volume d’inserirsi nel paesaggio vallivo assumendo in alzato le sembianze di un masso erratico sfaccettato, nonché alla relazione tra lo spazio interno e l’ambiente esterno, sono state particolarmente apprezzate dalla commissione. L’opera è stata valutata positivamente anche sotto il profilo etico e sociale, in quanto contribuisce ad incrementare la pratica di uno sport fortemente identitario, legato alle caratteristiche paesaggistiche e culturali dell’insediamento, rivolgendosi specialmente ai soggetti più giovani e in generale più deboli.
Categoria “Spazi per lo sport”
Parco sportivo e ricreativo a Bressanone (Bolzano)
Progettista: MoDus Architects (Sandy Attia, Matteo Scagnol)
L’integrazione di una serie d’impianti e spazi sportivi con altre funzioni pubbliche in un’area di lungofiume che il progetto rimodella come parco sportivo e ricreativo, superando la mera assegnazione funzionale. Viene prefigurato uno spazio prettamente urbano, strutturato dal corso del fiume Isarco, nel quale le attività sportive si mescolano con le attività informali di chi trascorre in questo modo il tempo libero in un ambiente caratterizzato dalla vegetazione e da installazioni per la ricreazione: l’integrazione delle diverse funzioni permette di realizzare importanti sinergie gestionali. Il rapporto correlato tra spazi specialistici e spazi pubblici, non connotati da specifiche funzioni, e l’attenta progettazione dei percorsi, oltre all’accessibilità a spazi ed edifici, producono un sistema di luoghi che incentiva l’integrazione sociale, la mobilità attiva e l’inclusività. La commissione è rimasta favorevolmente impressionata dalla capacità del progetto di risolvere la relazione con il contesto geografico: le sponde del fiume ridisegnate attraverso un sistema di piani inclinati e non, comprendono sia i parterre, sia le coperture degli edifici; il risultato è un unico paesaggio costruito nel quale tettonica e geografia si confondono interpretando architettonicamente la valle fluviale, una vera e propria architettura terrestre costituita da scavi, incisioni e muri contro terra.
Categoria “Tesi e progetti di ricerca”
Parco del Meisino a Torino: dentro il processo, verso nuovi scenari progettuali (2023)
Tesista: Diana Ponsetti – Relatore: Alessandro Armando
Il progetto di tesi di laurea propone una strategia che, attraverso la flessibilità funzionale degli spazi, esprime una buona efficienza e facilità di gestione di fronte alle possibili modificazioni, temporanee e non, come lo svolgimento di un evento, le inondazioni e alluvioni alle quali l’area è periodicamente soggetta, o la stessa crescita delle alberature. Punto di forza della ricerca è la strategia progettuale che ne deriva, il suo tenere conto efficacemente sia della vocazione multifunzionale dell’area, sia della necessità di variare nel tempo le funzioni allocate, enfatizzando il carattere plurale degli spazi pubblici e la loro capacità di generare integrazione sociale. Sotto il profilo architettonico, le trame proposte relative al disegno del suolo sono il frutto di una sovrapposizione di pattern costituiti dalla morfologia e dall’urbanizzazione del luogo, caratterizzate da forme di regolarità e ricorrenze. Il risultato ottenuto permette di definire tre scenari progettuali capaci d’interpretare architettonicamente il rapporto con il paesaggio fluviale e la storia degli insediamenti a esso connessi, senza alterare gli equilibri ecosistemici che caratterizzano l’area, e garantendo un alto grado di flessibilità degli interventi.
Immagine copertina: Palestra di roccia, ES-arch (Enrico Scaramellini), Campodolcino (Sondrio)
Nato a Torino (1966), è architetto e dal 1995 si occupa di progettazione architettonica e facility management. Membro di Worldskills International nella veste di bricklaying expert nelle competizioni dei mestieri per la categoria delle costruzioni. Affianca queste attività alla pratica della pittura