Gli autogrill a ponte di Angelo Bianchetti, un bene seriale da tutelare
La prevista demolizione dell’opera autostradale a Fiano Romano e l’appello alla tutela rivolto dalle associazioni
Published 2 dicembre 2024 – © riproduzione riservata
FIANO ROMANO (ROMA). La pubblicazione online della documentazione relativa al procedimento di valutazione preliminare (D.Lgs. 152/2006) ha reso noto il programma di Autostrade per l’Italia di demolire l’autogrill a ponte di Fiano Romano. Progettata da Angelo Bianchetti (1911-1994) e realizzata dalla Pavesi nel 1963, questa singolare opera a cavallo dell’autostrada, attualmente chiusa al pubblico, sembra destinata a condividere la stessa sorte dell’autogrill di Montepulciano, demolito nel 2021. La vicenda aveva suscitato un ampio dibattito, cui era seguito, nel 2023, il decreto di tutela per il primo autogrill a ponte del Paese, situato a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza). Di fronte alla prospettiva di demolizione, le associazioni per la tutela del patrimonio architettonico del Novecento si sono mobilitate con una lettera di appello congiunta.
La tutela di opere seriali
Inserito dal 2012 nel Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi (a cura del Ministero della Cultura), l’edificio stimola un’ampia riflessione su limiti e potenzialità degli strumenti di tutela. Delle architetture costruite negli ultimi settant’anni o di autore vivente è possibile riconoscere soltanto un interesse culturale relazionale (D.Lgs. 42/2004, art. 10, co. 3, lett. d), ossia in rapporto ad aspetti di rilevanza per la storia della Nazione. In questo quadro, i dodici autogrill a ponte ancora esistenti costituiscono un caso particolarmente emblematico: si tratta di opere uniche, ma accomunate da caratteristiche che le rendono parte di una serie estremamente limitata di oggetti. Questo aspetto mette in evidenza come le valutazioni su un singolo edificio possano ampliarsi a un insieme più vasto di manufatti con tratti simili, dimostrando che la tutela non dovrebbe limitarsi alla protezione di singole opere, ma estendersi a un contesto più ampio. L’importanza di questi manufatti “in rete”, sia nel panorama internazionale, che per la storia socioeconomica, tecnica e industriale italiana, è stata ampiamente indagata dagli studi recenti. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che ogni autogrill a ponte presenta caratteri originali e distintivi, difficilmente trasmissibili alle generazioni future attraverso la conservazione di una o due sole testimonianze.
Un autogrill “archeologico”…
Tra gli elementi a supporto della tutela dell’edificio di Fiano Romano si rileva il suo stretto legame con la vicina villa romana dei Volusii Saturnini, rinvenuta nel 1962 durante i lavori di costruzione dell’Autosole. Un aspetto significativo del progetto risiede nel sistema di flussi articolato su più livelli: i ritrovamenti influirono profondamente sulla configurazione dell’area di servizio, disegnata con una peculiare conformazione “a clessidra” e dominata dall’edificio-ponte, concepito come fulcro in prossimità del sottopassaggio della viabilità ordinaria. La posizione sopraelevata offriva una vista privilegiata sul sito archeologico, inglobato nell’area di servizio, unico caso in Italia.
Di particolare rilevanza fu il sostegno economico offerto dalle società concessionarie per la conservazione e valorizzazione dei ritrovamenti archeologici, tra cui il contributo finanziario della Pavesi alla costruzione di una passerella pedonale per collegare la villa romana alla vicina colonia di Lucus Feroniae, separata dalla via Tiberina. Le immagini pubblicate nell’agosto 1968 nel numero speciale della rivista «Autostrade» documentano con efficacia la relazione tra gli elementi che qualificano il paesaggio: dalla torre-casale, dove Franco Minissi allestisce l’antiquarium, «si presenta uno degli scorci più singolari con l’accostamento tra i resti della villa e il grill dell’autostrada», recita una delle didascalie. Il dialogo visivo tra l’autogrill e il sito archeologico emerge con particolare intensità nelle foto dell’epoca, dove fusti di colonna e ricostruzioni murarie fungono da quinte scenografiche per l’edificio-ponte.
… e non solo
Il manufatto riveste un notevole interesse anche per la sperimentazione progettuale legata al processo di ottimizzazione del tipo edilizio. La predilezione di Bianchetti e Pavesi per l’impiego tempestivo di prodotti allora all’avanguardia è testimoniata dalle finiture, come i cristalli doppi stopray atermici antisole color bronzo che caratterizzavano le facciate, prodotti dalla Glaverbel, successivamente sostituiti. Ma l’edificio conserva ancora altri materiali originari, come il raffinato rivestimento in tessere ceramiche progettate da Gio Ponti e prodotte dalla Ceramica Joo, tuttora visibili sotto l’attuale strato d’intonaco.
La presenza di questa struttura-architettura in numerose pellicole cinematografiche ne evidenzia il valore emblematico quale simbolo della cultura contemporanea. Gli autogrill a ponte rappresentano un patrimonio del miracolo economico oggi fortemente a rischio: la loro progressiva demolizione sottrarrebbe all’Italia una testimonianza essenziale di un momento epocale del suo passato recente, segnando una perdita culturale e identitaria di rilevante portata.
Immagine copertina: Angelo Bianchetti, autogrill di Fiano Romano, 1963 (© Archivio Jan Jacopo Bianchetti)
Filmografia
Le fate, L. Salce, M. Monicelli, M. Bolognini, A. Pietrangeli (Italia/Francia, 1966); Italian Secret Service, L. Comencini (Italia, 1968); Diabolik, M. Bava (Italia/Francia, 1968); La pecora nera, L. Salce (Italia, 1968); Il seme dell’uomo, M. Ferreri (Italia/Francia, 1969); Il divorzio, R. Guerrieri (Italia, 1970); Detenuto in attesa di giudizio, N. Loy (Italia, 1971); Riuscirà il nostro eroe a ritrovare il più grande diamante del mondo?, G. Malatesta (Italia, 1971); Nonostante le apparenze… e purché la nazione non lo sappia… All’onorevole piacciono le donne, L. Fulci (Italia/Francia, 1972); Giovannona Coscialunga disonorata con onore, S. Martino (Italia, 1973); Liberi armati pericolosi, R. Guerrieri (Italia, 1976); Quelli della calibro 38, M. Dallamano (Italia, 1976); Casa mia casa mia…, N. Parenti (Italia, 1988); Il grande botto, L. Pompucci (Italia, 2000); Pane e tulipani, S. Soldini (Italia/Svizzera, 2000).
Archivi
Archivio Jan Jacopo Bianchetti, Canzo (CO); Archivio Barilla, Parma; Archivio del Comune di Fiano Romano (RM); Archivio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, Roma
Bibliografia essenziale
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«Trasporti&Cultura», 58 (2020).
Si laurea in Architettura per il Nuovo e l’Antico (2017) all’Università Iuav di Venezia, ottenendo per la sua tesi una menzione speciale al Premio ARCo Giovani 2017 (Associazione per il Recupero del Costruito) e al II Premio Giovani SIRA 2018 (Società Italiana per il Restauro dell’Architettura). Nel 2020 si specializza presso la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio dell’Università Iuav di Venezia. È dottoranda di ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici al Politecnico di Milano e relatore a convegni internazionali. Socio di Docomomo International e AIGU Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO, nonché socio aggregato di SIRA, dal 2024 ricopre il ruolo di funzionario architetto presso il Ministero della Cultura.