La fragile foglia di Luigi Moretti
A rischio la pensilina SAP di Induno Olona: una tavola rotonda e una raccolta fondi per stimolarne il riuso
Published 03 ottobre 2024 – © riproduzione riservata
In Valle Olona, tra l’Ottocento e il Novecento si sviluppa un importante polo industriale con la comparsa di numerose industrie sulle sponde del fiume omonimo. Oggi molte di esse risultano dismesse, come la conceria Società Anonima Pellami (SAP) di Induno Olona, componendo un prezioso esempio di archeologia industriale.
La pensilina della SAP
Nel 1956 l’architetto romano Luigi Moretti (1907-73) viene incaricato dalla SAP di progettare una pensilina che fungesse da ingresso. Il risultato fu un vero e proprio landmark visibile dalla strada: una pensilina fogliforme in cemento armato di 48 m di lunghezza e 20 di larghezza, sorretta da due pilastri sagomati, tra i quali era situato un volume libero atto a ospitare la portineria dello stabilimento.
Negli stessi anni, Moretti è impegnato nella costruzione dei suoi più noti edifici milanesi: le case di corso Italia e via Corridoni. Sebbene tra la pensilina SAP e gli edifici milanesi ci sia un enorme divario di scala, in entrambi i casi è evidente l’estro di Moretti con opere solide, “metafisiche e puriste” (Manfredo Tafuri), con un’estrema nudità espressiva e contemporaneamente capaci di comunicare una peculiare leggerezza. Così, quando cadono le ultime impalcature che coprivano il corpo di 30 m proteso a sbalzo sulla strada, l’edificio di corso Italia viene immediatamente battezzato dai milanesi “palazzo volante”, nonostante la sua possente figura. E ancora, i due materici parallelepipedi di via Corridoni appaiono slanciati e leggeri poiché collegati da un corpo centrale più basso, che crea una fenditura tra i due volumi evitando una possibile pesantezza dell’edificio. Il connubio di pura matericità e leggerezza, la capacità di Moretti di «raggiungere con mezzi minimi le trasfigurazioni più acute ed emotive» è evidente anche nella pensilina SAP: un integro volume in calcestruzzo che, unicamente sorretto da due pilastri, appare come una foglia sospesa nel vento.
Una gemma in pericolo
Questa totemica struttura – unica opera di Moretti presente nel Varesotto – è frutto di diversi studi geometrici: nei primi disegni la pensilina aveva sembianze molto diverse, successivamente la sua forma viene studiata e mutata attraverso una serie di schizzi, dove è evidente che Moretti volesse lasciare un segno indelebile nel territorio.
Proprio per i legami mai celati con il fascismo, molti dei progetti minori di Moretti, come la stessa pensilina, sono attualmente poco noti, tanto che anche l’archivio ne possiede una scarna documentazione.
Ad oggi, questa gemma in calcestruzzo armato è in un urgente stato di degrado e, per sollecitarne la sua possibile scomparsa gli architetti Sophie Marie Piccoli e Matteo Soldati in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Varese (Enzo Cantoni, Elena Brusa Pasqué) hanno organizzato, il 28 settembre scorso, una tavola rotonda intitolata “Archeologia industriale nell’alta Valle Olona e la foglia di Luigi Moretti”. I relatori Renata Castelli, Studio Politecnica, Valentina Grimaldi, il collettivo RRRArchitecture e Cecilia Rostagni hanno analizzato la situazione a tutto tondo, partendo da un’attenta analisi della Valle Olona, esponendo possibili modalità progettuali di riuso, e concludendo con un intervento dedicato a Moretti.
Oltre all’inedita bellezza della foglia di Moretti, ciò che emerge dall’incontro è lo sprone a riutilizzare l’esistente con nuove strategie progettuali, come esplicitato da RRRArchitecture citando Lucius Burckhardt: «Che cosa propone il progettista, o l’architetto, quando gli viene sottoposto un problema? Che cosa propone il melo quando gli viene sottoposto un problema? Mele, naturalmente. E così il progettista propone sempre edifici: ogni problema un edificio; e questo ci riporta all’inizio del discorso: oggi si adottano “soluzioni” invece di strategie».
Immagine copertina: stato attuale della pensilina
Partecipa alla raccolta fondi “Salviamo la pensilina di Luigi Moretti”: https://gofund.me/e2319767

Cecilia da Pozzo ha studiato alla facoltà di architettura presso l’Accademia di architettura di Mendrisio,
Svizzera. Ha collaborato per diversi studi, come Mark Kocher architekten a Berlino e Francisco Aires
Mateus Arquitectos a Lisbona. Attualmente collabora a Milano con lo studio Matilde Cassani Studio,
specializzato in installazioni per musei, eventi pubblici ed artistici. Dal 2023 è assistente presso
l’Accademia di architettura di Mendrisio per i corsi teorici Master.