Il piano utile: l’Istituto Nazionale di Urbanistica verso il XXXII Congresso
Dopo l’enfatizzazione della centralità del piano e delle scelte pubbliche, è necessario dimostrare l’utilità della disciplina urbanistica
Published 26 febbraio 2025 – © riproduzione riservata
Sono ormai molti anni che l’utilità dell’agire urbanistico viene messa quotidianamente in discussione. Non solo in Italia, assistiamo infatti all’emergere della convinzione che i piani urbanistici non rispondano adeguatamente alle esigenze reali delle comunità. Oppure che i processi decisionali messi in campo dalle istituzioni locali non riescano a coinvolgere adeguatamente i cittadini. O, infine, che le procedure della pianificazione possano rivelarsi troppo rigide per adattare l’amministrazione del territorio alle nuove e mutevoli sfide globali della contemporaneità, quali il cambiamento climatico, l’aggravamento delle disuguaglianze sociali e l’emergere di nuovi fattori di crisi nella localizzazione delle attività produttive, nella organizzazione dell’offerta abitativa e nel funzionamento delle reti infrastrutturali.
Anche a seguito di questa prolungata perdita di contatto tra il piano e i suoi destinatari la disciplina urbanistica ha dovuto affrontare in questi anni una crisi preoccupante di prestigio e di fiducia, con il rischio di assistere a un pericoloso cortocircuito tra il concreto esercizio della pianificazione e le sue finalità fondamentali. Una crisi che si manifesta più concretamente non solo nel progressivo decadimento del potere di regolazione e di indirizzo della legislazione in materia di governo del territorio, ma anche in un ricorso sempre più sporadico agli strumenti della progettazione urbanistica e nello stesso declino delle iscrizioni ai corsi di laurea in Pianificazione.
Necessità e utilità, due facce della stessa medaglia
Nella consapevolezza dei pericoli sottesi alla perdita di efficacia e di legittimazione delle politiche urbanistiche, l’INU ha indirizzato negli ultimi anni le sue principali iniziative al tentativo di enfatizzare la centralità del piano e delle scelte pubbliche, e di dar vita in questo modo a un dialogo sempre più serrato tra le istituzioni e gli attori più direttamente coinvolti nelle trasformazioni urbane.
Dopo avere posto l’accento, nel suo XXXI Congresso (2022), sull’importanza di una legge di principi per il governo del territorio in grado di riformare il sistema di pianificazione, riteniamo importante evidenziare che il ricorso alla disciplina urbanistica non può essere considerato solo una necessità, ma deve dimostrare contemporaneamente anche la sua utilità.
In linea con questa esigenza, il prossimo convegno di Milano (28 marzo) e, poi, l’appuntamento congressuale (Roma, 22-24 maggio) hanno il compito di esplorare questo tema, sottolineando che la pianificazione rischia di non essere pienamente accettata o condivisa se non riesce a mostrare chiaramente i benefici concreti che può offrire ai cittadini e al territorio.
A fronte del bisogno di dimostrare che – almeno nell’argomentazione che stiamo tentando di sviluppare da alcuni anni a questa parte – il paradigma della necessità e quello dell’utilità non sono altro che le due facce di una stessa medaglia, si pone l’esigenza di avvertire che la pianificazione non può configurarsi semplicemente come un obbligo normativo, ma deve essere in grado di tradursi in risultati tangibili, tali cioè da produrre miglioramenti significativi nella qualità della vita, nella sostenibilità ambientale e nell’efficienza delle prestazioni che le dotazioni urbanistiche sono in grado di offrire.
Pur mettendo in conto un certo inevitabile schematismo, il salto logico che proponevamo ha richiesto di mettere in campo e far convergere i contributi delle Sezioni regionali e dei diversi gruppi di ricerca (Communities) presenti nell’Istituto, che nel corso del tempo hanno indirizzato il loro impegno all’analisi di temi che spaziano dall’esame della forma del piano e della governance allo studio di questioni riguardanti la rigenerazione territoriale e urbana, le reti infrastrutturali e il sistema della accessibilità, il contenimento del consumo di suolo e la lotta al cambiamento climatico, la promozione dei processi partecipativi e la sperimentazione degli strumenti dell’intelligenza artificiale.
Grazie agli approfondimenti offerti da queste differenti angolazioni di ricerca, in occasione del Congresso che si svolgerà alla Casa dell’Architettura (piazza Manfredo Fanti, complesso dell’Acquario Romano) dovremo essere in grado di trattare il tema dell’efficacia delle politiche pubbliche non solo “a legislazione vigente”, e cioè a partire dalla collaborazione che può essere offerta dall’attuale sistema di pianificazione, ma anche ipotizzando il passaggio graduale ad un nuovo ordinamento, che auspichiamo possa essere in linea con quello a cui stiamo lavorando da alcuni anni, e che abbiamo presentato al Senato il 16 luglio 2024.

Presidente dell’INU da luglio 2019, è nato a Campobasso nel 1951 e professore ordinario presso la Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino, dove è titolare della cattedra di Urbanistica ed è referente del curriculum di Urbanistica del Dottorato di Ricerca in Architettura e Design. In precedenza ha svolto attività di ricerca presso il Centre for Environmental Studies di Londra e il Dipartimento di Pianificazione dell’Università di Roma La Sapienza. Iscrittosi all’INU subito dopo la laurea, è stato Presidente dell’INU Lazio dal 1997 al 2006 e membro della Giunta Esecutiva dell’Istituto dal 2007 al 2011. L’attività svolta in campo urbanistico come ricercatore e docente ha riguardato una pluralità di tematiche generali e di questioni specifiche, che spaziano dalle trasformazioni delle metropoli europee alla evoluzione degli strumenti della pianificazione strategica, e dalle prospettive di applicazione della rigenerazione urbana allo studio dei fenomeni socio – economici e spaziali associati all’aumento della polarizzazione della ricchezza. In qualità di consulente di pubbliche amministrazioni ha lavorato tra l’altro al nuovo Prg di Roma e ha coordinato i gruppi di progettazione del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico di Siena e del Piano Strategico della Provincia di Teramo. Membro del Comitato Scientifico di Urbanistica, è autore o coautore di numerose monografie – tra cui La metropoli e il piano (1990), La pianificazione del territorio (2003), Fondamenti di governo del territorio (2009) e La rigenerazione urbana alla prova (2015) – e ha pubblicato oltre 200 saggi ed articoli in volumi e riviste scientifiche italiane e straniere.