Premi IN/Architettura Triveneto: il territorio c’è!
Secondo il vicepresidente della sezione Triveneto il bilancio è incoraggiante
Le limitazioni specifiche del momento e le difficoltà generali di questo particolare frangente storico non hanno impedito lo svolgersi dei Premi In/Architettura 2020 nel Triveneto. La circostanza che le opere valutate fossero frutto di autocandidature ha permesso di ottenere uno spaccato, sufficientemente esaustivo, dello stato dell’architettura nel nord-est italiano.
Sono state prese in esame dalla giuria complessivamente quasi 200 realizzazioni nelle tre regioni coinvolte (Veneto, Friuli Venezia Giulia e le due province autonome di Trento e Bolzano), da cui sono emerse 18 opere degne di essere premiate. Tra queste, 12 risultano essere state commissionate da privati e 6 da istituzioni pubbliche: segno incoraggiante di una diffusa e trasversale domanda di architettura, non relegata a specifici ambiti della società. Tale evidenza trova conferma anche nella varietà delle destinazioni d’uso delle opere premiate: si parte da centri congressi ed edifici scolastici, per passare attraverso l’edilizia sanitaria, i luoghi per la cultura, gli spazi destinati alla memoria, i centri per la produzione, fino agli uffici, le residenze e gli alberghi. A parte qualche significativo caso, la maggior parte delle realizzazioni presenta una scala medio-piccola, in linea con le ridotte dimensioni degli agglomerati che connotano quest’area geografica (le città più popolose superano di poco i 200.000 abitanti).
Molti dei casi esaminati fanno trasparire una committenza qualificata ed evoluta, capace di proporre programmi funzionali espliciti e ben definiti: prodromo indispensabile per un’opera meritevole. Sorprende, invece, la collocazione fisica delle eccellenze selezionate: nella maggior parte dei casi ubicate in contesti extraurbani o, tutt’al più, all’interno di piccoli centri. Quasi a testimoniare la difficoltà di attuare programmi di rigenerazione (se non a scala ridotta) e di coinvolgere luoghi complessi e stratificati come i centri urbani più importanti, pur dimostrando quasi tutti i progettisti di possedere una cultura architettonica sapiente ed equilibrata nel rapportarsi con la storia e il paesaggio circostanti.
Da uno sguardo d’insieme dei premiati emerge uno spiccato tratto di originalità delle soluzioni progettuali adottate, quasi mai riconducibili a stereotipi alla moda, veicolati dal sistema di comunicazione, e inclini invece a sperimentare con coraggio nuovi linguaggi, senza scadere nella gratuità dell’azzardo o nell’esibizionismo dell’autocompiacimento.
Trattandosi di un premio programmaticamente assegnato e condiviso dai tre grandi attori di un’opera (committente, progettista ed esecutore), un ultimo commento va speso sulla pregevole qualità costruttiva delle realizzazioni, a dimostrazione della presenza d’imprese organizzate e di eccellenti artigiani. Si conferma, anche in questo frangente, la specificità del tessuto economico locale, che ha reso il nord-est negli ultimi decenni una delle aree più vivaci della nazione: la proverbiale abilità manuale unita alla propensione all’innovazione permettono evidentemente di tradurre in pratica soluzioni ardite e complesse. Rimane ancora da verificare – e nessuna delle opere vincitrici fuga i dubbi a tal proposito – se questa capacità tecnica si sia già saldata a un’organizzazione di stampo industriale, capace di superare, magari in una struttura a rete, la tipica frammentazione delle piccole e medie imprese locali. Se si attiverà un processo virtuoso – magari stimolato anche da iniziative culturali come queste – probabilmente assisteremo al superamento delle resistenze verso la rigenerazione di significativi comparti urbani, con il conseguente adeguamento del sistema produttivo locale in ambito edilizio.
Conseguita la maturità classica, si laurea in architettura a Venezia, conseguendo successivamente un master in Value Analysis al Politecnico di Milano. Trascorso un periodo di lavoro all’estero, apre il suo studio di progettazione a Padova, che a inizio anni Duemila avvia un processo di internazionalizzazione, aprendo due sedi distaccate negli Stati Uniti e a Hong Kong. Lo studio vanta realizzazioni in 30 nazioni di 4 continenti, ottenendo 16 premi internazionali, tra cui il Mipim Award, l’International Property Award e il German Design Award. All’attività professionale affianca quella di docente, relatore a convegni e curatore di mostre. È vicepresidente della sezione Triveneto dell’IN/arch