Premi In/Architettura, si comincia dalla Sardegna
L’isola ha aperto la serie di riconoscimenti regionali che porteranno al premio nazionale
I premi In/Architettura, come quelli In/Arch e In/Arch-ANCE che li hanno preceduti, si distinguono dagli altri in quanto hanno l’obiettivo di promuovere non solo la ricerca architettonica, ma anche il valore dell’opera costruita, quale esito della partecipazione di tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione. Inoltre, la modalità di partecipazione “bottom up”, basata su autocandidature piuttosto che su selezioni da parte di esperti, e il campione ampio di 1.261 candidati complessivi, che consente d’intercettare anche quelle realizzazioni talvolta sfuggite all’attenzione della critica, fa sì che i premi rappresentino un osservatorio particolarmente interessante a livello nazionale.
Quella del 26 settembre, presso la Fondazione di Sardegna a Cagliari, è stata la prima delle varie premiazioni regionali che, oltre ad aver lo scopo di scandagliare lo stato dell’arte dell’architettura realizzata a livello locale, hanno l’obiettivo d’individuare le opere che concorreranno al premio nazionale. L’evento, inserito all’interno del Festival dell’Architettura 2020 “I confini del cambiamento. Cagliari tra terra e acqua. Architettura e luoghi sensibili”, ha costituito quindi una sorta di banco di prova per questa nuova edizione bandita da In/Arch – Istituto Nazionale di Architettura e ANCE, in collaborazione, per la prima volta, con Archilovers.
La giuria ha selezionato, tra più di 60 opere candidate, 17 realizzazioni degne di menzione, tra cui sono state individuate quelle da premiare. L’esame dei progetti selezionati ha mostrato una netta prevalenza delle opere private rispetto a quelle pubbliche, quasi a sancire l’incapacità delle amministrazioni, ai vari livelli, di produrre architetture di qualità all’interno delle attuali procedure, nonostante si tratti d’interventi che hanno, mediamente, una dotazione di risorse superiore. Siamo di fronte ad un indicatore importante che mette in evidenza l’indifferibile necessità di porre rimedio ad una situazione che, ormai da troppi anni, porta alla realizzazione di opere programmate, progettate e costruite per la collettività, sempre più “sofferte” e carenti, vittime di un frazionamento di responsabilità e di un’ipertrofia e inadeguatezza normativa che ha prodotto e produce, di fatto, un abbassamento della qualità dell’architettura pubblica realizzata. D’altro canto, le scelte della giuria hanno messo in evidenza la voglia e la capacità, da parte dei progettisti più giovani, di concepire e realizzare opere di grande interesse a partire da piccole occasioni professionali, apparentemente modeste, ma sufficienti per innescare ricerche e per consolidare pratiche che fanno ben sperare per il futuro.
I premi assegnati fanno riferimento a quattro categorie: “Nuove costruzioni sotto i 5 milioni”, assegnato alla casa-studio di Salvatore Trogu a Oristano; “Giovani progettisti”, con tre premi assegnati al Pretziada headquarter di Mario Casciu e Francesca Rango a Santadi (Sud Sardegna), alla pensilina di Davide Fancello a Dorgali (Nuoro) e al Tobacco & Newspapers Shop di LERUA a Sorso (Sassari); “Rigenerazione urbana” assegnato al Centro intermodale passeggeri di Sebastiano Gaias e Metassociati a Macomer (Nuoro); infine, “Riqualificazione edilizia” assegnato alla casa sulla costa di Pierluigi Piu a Santa Margherita di Pula (Cagliari).
La cerimonia di premiazione a cui ha partecipato, a fianco del presidente regionale Andrea Casciu, il presidente nazionale di In/Arch Andrea Margaritelli, si è svolta sia in presenza che on line, al fine di coinvolgere il maggior numero possibile di ospiti e partecipanti, una formula mista che ha cercato di superare le difficoltà dovute ai limiti posti dall’attuale emergenza. Nel corso della cerimonia è stato conferito anche il Premio alla carriera, destinato ad un progettista che, per il suo contributo all’architettura contemporanea in Sardegna, rappresenta un’eccellenza all’interno del panorama architettonico nazionale e internazionale. In/Arch Sardegna ha deciso di dedicare questo premio ad Alberto Ponis (1933) in quanto, «con i progetti realizzati nei lunghi anni di attività, in cui non ha mai smesso d’indagare i rapporti tra costruzione e paesaggio, ci propone una riflessione, ancora oggi di grande attualità, tesa a rivendicare un ruolo centrale all’architettura, non solo come strumento di trasformazione, ma anche come strumento di conoscenza dei luoghi in cui si interviene». Le realizzazioni e i progetti di Ponis sono stati presentati in una mostra e nel catalogo Alberto Ponis. L’architettura e i suoi strumenti”, a cura di Paola Mura. La mostra, presso gli spazi della Fondazione di Sardegna, è aperta fino a data da destinarsi.
Qui l’elenco completo dei vincitori e menzionati, con relative schede
Nato a Cagliari nel 1950, si laurea in architettura a Roma nel 1976 e tra Roma e Cagliari inizia la sua attività professionale. Tra 1983 e il 1992 è visiting critic e visiting professor presso la Syracuse University School of Architecture di Firenze e di Syracuse, il Pratt Institute School of Architecture di Brooklyn e il New Jersey Institute of Technology School of Architecture di Newark. Dal 1991 al 1996 è docente presso il Dipartimento di Architettura dello IED di Cagliari. Dal 1999 al 2001 coordina uno dei laboratori di Progettazione del Dipartimento di Architettura della Facoltà di Ingegneria di Cagliari. Dal 2005 al 2015 è presidente della sezione Sardegna dell’IN/Arch e dal 2015 al 2023 è membro del direttivo. Nel 2007 e nel 2008 fa parte del comitato scientifico di FESTARCH/Festival internazionale di architettura in Sardegna. Nel 2008 fonda, insieme a Mirco Pani e Ilene Steingut VPS architetti. Dal 2013 al 2021 è docente e coordinatore del corso di “Interior Design” presso lo IED di Cagliari