Allestimento della mostra "10 viaggi nell'architettura italiana" alla Triennale di Milano

Architetture del secondo Novecento: riformiamone la tutela

Architetture del secondo Novecento: riformiamone la tutela

Considerazioni a margine della mostra “10 viaggi nell’architettura italiana”, che ha focalizzato l’attenzione su un patrimonio bisognoso di riconoscimento

 

Published 14 dicembre 2021 – © riproduzione riservata

Dall’1 ottobre al 7 novembre 2021 la Triennale di Milano ha allestito una mostra d’immagini di architetture del secondo Novecento curata dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del Ministero della Cultura con la collaborazione del Museo di Fotografia Contemporanea. Ma il tempo in cui è rimasta allestita è stato, forse, troppo breve rispetto ai significati dell’iniziativa.

Attraverso la rassegna, e il relativo catalogo, è stata avviata l’implementazione della piattaforma inaugurata con il sito atlantearchitetture.beniculturali.it, in cui più di 100 architetture esemplificano il patrimonio italiano del Novecento, continuando un discorso in fieri partito nel 2002 con il Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento. In questo percorso è stato coinvolto l’articolato panorama della cultura di settore: dalle Università che, nelle varie regioni, hanno curato il censimento delle opere, ai vincitori del bando nazionale per il nuovo sito, il Dipartimento di Architettura e Progetto DiAP – Sapienza Università di Roma e DOCOMOMO Italia, con un gruppo di fotografi professionisti.

Due le considerazioni che emergono con maggior evidenza da questa ulteriore iniziativa.

La prima, di merito, riguarda i risultati della mostra. Un’istituzione pubblica volta alla tutela del patrimonio culturale ufficialmente riconosciuto ha focalizzato l’attenzione su una parte di esso, il secondo Novecento, che tuttavia non ha ancora un consolidato riconoscimento normativo. Così, piuttosto che ricorrere alla pur cospicua letteratura critica, la DGCC ha promosso due forme espressive il cui connubio configura un ulteriore livello di creatività, in virtù del quale la fotografia e l’architettura assumono significati inediti. Due i livelli di approccio: quello intimo e personale, illustrato e raccontato dai fotografi, e quello pubblico che, agli occhi dei visitatori, ha focalizzato l’attenzione su molte opere non note al pubblico più vasto. Infine, la realtà geografica dei luoghi in cui si trovano le opere, e quella mentale degli itinerari, legate attraverso i “racconti” illustrati dalle immagini e dai brevi commenti degli autori, ne annullano le distanze come in un universo parallelo.

«La mostra e il volume, in modo complementare alla piattaforma digitale, diventano strumenti di promozione e conoscenza non soltanto dell’architettura contemporanea ma anche del ruolo del fotografo quale interprete del linguaggio architettonico, anello essenziale del percorso virtuoso che dalla conoscenza porta alla consapevolezza dei valori e infine alla auspicata salvaguardia del patrimonio architettonico contemporaneo», come spiega nel testo introduttivo al volume il direttore generale creatività contemporanea Onofrio Cutaia.

Che tutto ciò non sia l’esito di un’iniziativa episodica, oltre che dalla continuità di un impegno ventennale, si comprende dalle considerazioni svolte sul bel catalogo 10 viaggi nell’architettura italiana dal direttore del Servizio II del MIC, Fabio De Chirico, dal comitato di redazione e dai curatori Matteo Balduzzi, Alessandra Cerroti e Luciano Antonino Scuderi, oltre che da quelle di altri studiosi ed esperti: “Edifici presenti storicamente nei nostri contesti urbani […] queste fotografie testimoniano un momento preciso, unico e irripetibile della storia presente […] una bellezza che potrebbe domani essere irrimediabilmente modificata o per sempre perduta […] interventi di grande qualità, sia in termini estetici sia di innovazione progettuale […] una progettualità che non può e non deve essere dimenticata, perché fondante del carattere identitario di una intera comunità” (De Chirico); “Architetture distribuite su tutto il territorio nazionale, […] episodi significativi della storia italiana dal secondo dopoguerra ad oggi” (comitato redazione); “Una parte significativa del patrimonio architettonico italiano contemporaneo […] espressione di una cultura e di una modalità di saper leggere e intervenire sul contesto con linguaggi propri della contemporaneità” (curatori).

Da queste considerazioni parte il secondo punto di riflessione. Si parla di storia e di qualità dell’architettura, d’innovazione progettuale, di linguaggi della contemporaneità e dell’identità di una comunità. Ed emerge, inequivocabile, l’esigenza di rispettare questo patrimonio quale consapevole lascito per le generazioni future.

È indubbio che l’immagine fotografica di un’opera a rischio di modifica o distruzione ne aumenti, in proporzione, l’importanza documentaria ed espressiva. Ma non vorremmo che iniziative brillanti e innovative di valorizzazione distolgano da un’ormai non procrastinabile riforma della normativa di tutela dell’architettura più recente.

 

Autore

  • Ugo Carughi

    Nato a Napoli (1948), vi si laurea in Architettura nel 1973. Direttore presso la Soprintendenza BAP di Napoli e provincia dal 1979 al 2013 e Soprintendente reggente nel 2000. Componente del comitato tecnico per il Piano nazionale per gli archivi e l’architettura del Novecento del MiBACT (2001-2013). Membro del comitato scientifico dell’Associazione Dimore Storiche – Campania. Presidente di Do.Co.Mo.Mo. Italia ONLUS. Autore di numerosi restauri e di allestimenti di mostre di architettura e arte. Premio ex-aequo al concorso per progetti pilota per la conservazione dei monumenti tra Paesi membri CEE con il progetto per la chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli (1988). Dal 1996, docenze a contratto presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, la Seconda Università degli studi di Napoli, l’Università degli studi della Basilicata e l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa. Tra le principali pubblicazioni recenti: "L’area metropolitana di Napoli. 50 anni di sogni utopie realtà" (curatela con M. Visone; Napoli 2010); "Maledetti vincoli. La tutela dell’architettura contemporanea", Torino 2012; “Time Frames: Conservation Policies for Twentieth-Century Architectural Heritage (curatela con M. Visone; Londra-New York 2017)

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