Alberto Winterle: difendere la professione attraverso la qualità del progetto

Alberto Winterle: difendere la professione attraverso la qualità del progetto

 

In accompagnamento alle elezioni dei nuovi Consigli degli Ordini provinciali degli Architetti PCC, abbiamo posto una domanda a presidenti uscenti e architetti: come dovrebbe essere l’Ordine del futuro? Quali funzioni dovrebbe assolvere? L’opinione di Alberto Winterle

 

Nel passato come oggi, e forse anche nel futuro, un Ordine professionale è stato, e quindi forse sarà, innanzitutto un ente pubblico che svolge un ruolo istituzionale di tenuta dell’albo, controllo e monitoraggio dell’attività dei professionisti ma allo stesso tempo anche di tutela dei cittadini. Questo oggi è effettivamente poco, o quantomeno solo “uno” degli aspetti dell’attività di un Ordine, soprattutto se pensiamo alla complessità sempre crescente del nostro lavoro e all’imponente numero di professionisti nel nostro paese.

Innanzitutto va evidenziato che l’architetto oltre a svolgere un’attività tecnica, con il proprio contributo professionale offre anche un apporto culturale alla società. Per questo un Ordine deve essere anche un punto di riferimento per le attività culturali, relative ai temi della città, dell’ambiente e del paesaggio nelle diverse realtà territoriali. È attraverso questo tipo di contributo che gli architetti possono fare emergere in modo più chiaro l’importante e irrinunciabile necessità della nostra figura professionale.

Vi è inoltre un ulteriore ruolo svolto dagli Ordini, probabilmente quello più critico, ovvero l’attività di lobbying e di vera difesa della professione e delle competenze dell’architetto. Ma qui vi è una sorta di cortocircuito. Come poter tutelare con forza un insieme di figure che di fatto sono molto diverse e offrono prestazioni diametralmente opposte? Come poter definire e difendere un giusto compenso, o una tariffa fissa, per progetti la cui qualità è effettivamente molto varia? Sarò forse politicamente scorretto, ma credo che nel prossimo futuro, per poter chiarire in modo definitivo i ruoli tra i professionisti tecnici, intendendo in questo senso non solo gli architetti ma anche le molte altre figure coinvolte nei processi edilizi, sarà necessario ammettere che non siamo tutti uguali e mettere in evidenza differenti “categorie” o “livelli” identificabili attraverso criteri di selezione basati sulla qualità del progetto, l’unico parametro da cui ripartire per ridare dignità alla nostra professione.

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