Massimo Giuntoli: l’Ordine deve essere un organismo di tutela degli architetti
In accompagnamento alle elezioni dei nuovi Consigli degli Ordini provinciali degli Architetti PCC, abbiamo posto una domanda a presidenti uscenti e architetti: come dovrebbe essere l’Ordine del futuro? Quali funzioni dovrebbe assolvere? L’opinione di Massimo Giuntoli, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Torino
Credo che sia necessario un cambio di prospettiva nella definizione del ruolo degli Ordini professionali. L’Ordine degli Architetti deve essere innanzitutto un organismo di tutela degli iscritti e indirettamente dei cittadini che traggono benefici dalla qualificazione dei professionisti. L’Ordine deve essere a supporto degli architetti, deve offrire servizi ed essere un sostegno; deve garantire gli strumenti necessari allo svolgimento dell’attività professionale e deve innalzarne la qualità.
In secondo luogo, l’Ordine deve creare nuove opportunità per la categoria: aprire nuovi scenari e prospettive, mostrare percorsi inediti e attivare sinergie per aiutare a prefigurare l’evoluzione della professione.
In sintesi l’Ordine deve essere un punto di riferimento, anche fisico, per la comunità degli architetti, un luogo di incontro e confronto, un’arena in cui scambiare conoscenze, consigli e intessere relazioni professionali.
L’Ordine però deve svolgere anche un ruolo all’esterno della categoria: è un soggetto politico, ma non connotato ideologicamente. Interviene nel dibattito sulle questioni urbanistiche e architettoniche a scala locale e sui temi al centro dell’agenda politica del Governo a scala nazionale, collaborando con il Cnappc. È l’interlocutore delle istituzioni e, al tempo stesso, aperto al mondo imprenditoriale.
Infine l’Ordine deve rivolgersi ai cittadini, deve divulgare l’attività degli architetti, valorizzandone il lavoro, e, attraverso la Fondazione e il suo programma culturale, promuovere la qualità dell’architettura.